Opel: la storia del marchio del fulmine

La storia di Opel

Opel è una delle poche Case automobilistiche che possono affermare di essere nate nell’Ottocento; il brand Teutonico, infatti, è stato fondato nel 1899. Opel era tuttavia già attiva dal 1862 nella realizzazione di macchine da cucire. La produzione di automobili venne attivata solo quattro anni dopo la morte del fondatore, Adam Opel, da Sophie Opel su consiglio dei figli Carl, Wilhelm e Friedrich.

La prima vettura del marchio del fulmine fu la Patent-Motorwagen del 1899 (prodotta in soli 65 esemplari e dotata di un motore 1.5 da 3,5 CV), nata in seguito ad una partnership con il costruttore Friedrich Lutzmann.

La svolta e la catena di montaggio

Il 1909 fu l’anno di svolta per la Opel, grazie il lancio della 4/8 PS, una vettura compatta, prestante e venduta a prezzi contenuti. Il suo successo permise alla Casa tedesca di diventare una delle più importanti della nazione. Nel 1924, inoltre, Opel divenne la prima Casa Tedesca a introdurre la catena di montaggio, una soluzione che consentì di ridurre notevolmente i costi di produzione trasformando l’automobile in un mezzo alla portata di molte più persone.

Grazie a questa strategia, la 4/12 PS e tutte le successive versioni della 4 PS riscossero un successo incredibile. Già negli anni Trenta Opel era in grado di produrre automobili tecnologicamente avanzate per il grande pubblico, come la P4 e la Kadett, già dotata di la carrozzeria autoportante.

General Motors e il dopo Guerra

Nel 1929 i fratelli Vilhelm e Friedrich von Opel decisero di vendere l’80% delle azioni al colosso statunitense General Motors.e due anni più tardi, Opel venne acquisita interamente dagli statunitensi. Il 1935 si rivelò uno degli anni più decisivi per il marchio del fulmine: venne infatti avviata una seconda fabbrica, destinata all’assemblaggio del furgone Blitz, e venne lanciata una delle prime auto di massa dotate di telaio monoscocca, la Olympia.

Durante gli anni bui della Seconda guerra mondiale, gli stabilimenti Opel furono convertiti alla produzione militare per l’esercito nazista. Nell’agosto 1944 i due stabilimenti furono bombardati dagli alleati, subendo ingenti danni. Al termine del conflitto la fabbrica di Rüsselsheim venne però ricostruita da ex operai dello stabilimento e divenne nuovamente operativa già nel ’46, quando fu riavviata la produzione del Blitz. La produzione delle automobili riprese solo alla fine del 1947.

Gli anni Cinquanta e Sessanta

Nel 1951 Opel divenne la prima casa automobilistica a possedere un proprio circuito di prova e solo due anni dopo, nel ’53, presentò al Salone di Francoforte la prima vettura del dopoguerra: la Olympia Rekord. Quest’auto inaugurò una nuova epoca in termine di stile, ispirandosi alle grandi berline americane e fregiandosi della grande calandra cromata a “bocca di squalo”. Il successo della Olimpia fu tale da permetterle di tagliare il traguardo dei due milioni di esemplari prodotti già nel 1956.

Nel 1954 venne anche presentata la nuova Kapitän, nel 1960 fu il turno della Rekord P2 e nel 1963 fu la volta della Rekord A. Quest’ultima era dotata di freni a disco e di un motore a 6 cilindri. Opel produsse ben 882.433 Rekord A, fino al 1965. Nel frattempo, nel 1962, venne presentata anche la Kadett A, che diventò immediatamente uno dei modelli più amati del brand. Fu proprio questo modello, nel ’64, a portare al debutto il logo con il fulmine. Nel giugno del 1964 Opel diventò, inoltre, il primo costruttore europeo ad avere un centro stile, che tre anni più tardi presentò la GT, una piccola sportiva ispirata alla celebre Corvette.

Gli anni Ottanta e Novanta

Nel 1982, stesso anno in cui il pilota tedesco Walter Röhrl conquistò il Mondiale Rally al volante di una Ascona 400, venne presentata la celebre Corsa. Due anni dopo entrò a listino la Kadett E, prima vettura di Opel a fregiarsi del prestigioso titolo di Auto dell’Anno. La seconda metà del decennio fu indubbiamente segnata dall’ammiraglia Omega del 1986: nominata Auto dell’Anno nel 1987, nel 1990 fu proposta anche nella sportivissima variante Lotus, dotata del famoso 3.6 biturbo da ben 377 CV.

Nel 1989 venne lanciata la Opel Calibra che, grazie alla sua linea sportiva e affilata, detenne il titolo di auto più aerodinamica del mondo per diversi anni, con un Cx di 0,26. Grazie al pilota Manuel Reuter, la Calibra conquistò anche due titoli ITC (International Touring Car Championship). Nel 1991 fu invece il turno della Astra che, con la prima serie, divenne il modello della Casa più venduto di tutti i tempi. Tra il ’91 e il ’98 vennero infatti ne vennero prodotti oltre 4,2 milioni di esemplari.

Persente

Dopo l’ingresso nel gruppo PSA, Opel si è sempre più concentrata sull’ibrido e sull’elettrificazione della sua gamma. A listino sono ora disponibili una variante ibrida del SUV Grandland X e una versione completamente elettrica della nuova Corsa. Entro il 2024 l’obiettivo è portare una variante elettrificata per tutti i modelli in gamma.